Nel corso del XVIII secolo è documentato l'uso del ponte di
barche. Si trattava di un ponte poggiante su una fila di barche unite tra loro,
secondo un progetto già studiato dal grande Leonardo da Vinci. L'esigenza di
consentire la navigazione - e quindi di avere un ponte mobile - caratterizzò da sempre la Città di Fiumicino. Per questo, il ponte necessitava di particolare assistenza (numerose furono le concessioni per la
sua gestione e manutenzione, attestate almeno dal 1794). La Reverenda Camera
Apostolica fece costruire un ponte di barche nel 1800, si trovava poco a monte
dell'attuale ponte "Due Giugno", di fronte alla chiesa del
Crocifisso. Le barche erano saldamente legate tra loro e, spinte dalla corrente, si muovevano insieme una volta slegata un'estremità dalla banchina. Una violenta inondazione lo distrusse completamente nel 1802,
successivamente fu ricostruito nel 1804 ed ancora nel 1815. Tuttavia, struttura non
era in grado di resistere al continuo movimento determinato dalla corrente e
dalle aperture divenute sempre più frequenti con l'incremento dell'attività
portuale.
Fu costruito un ponte più moderno e sicuro nel 1923, anche per
consentire il transito a mezzi ed automezzi sempre più pesanti. Ponte
costituito da un'unica travata inferiore, poggiante su di un basamento situato
sulla sinistra della mezzeria del fiume. Da questo lato il basamento era
collegato alla banchina con le condutture di comando. Per mezzo di comandi
idraulici, la travata si sollevava di 12 cm e veniva fatta ruotare di 90 gradi
consentendo il transito delle imbarcazioni sul lato destro. Il vecchio ponte di
barche veniva usato ancora più a valle, inizialmente all'altezza del palazzo
"Eden" e successivamente di fronte alla Torre Clementina. Nel frattempo sulla
sponda opposta dell'Isola Sacra, su Fiumara Grande, nel 1914 fu gettato un
ponte di recupero (una delle travate del ponte di piazza Pia, demolito a Roma
nei pressi di Castel Sant'Angelo). Questo ponte fu reimpiegato per sostituire
la vecchia scafa.
Durante la Seconda Guerra Mondiale vennero distrutte molte strutture fondamentali per la difesa del territorio. Neanche Fiumicino riuscì a sfuggire a questo triste destino. Nel 1944 i tedeschi in ritirata fecero saltare tutti i ponti e ci fu bisogno per qualche tempo degli zatteroni di una volta. Distrutto il ponte girevole, ci fu bisogno di un nuovo ponte mobile. Esso fu inaugurato il 25 febbraio del 1948 e fu chiamato "Due Giugno", in onore della neonata Repubblica e del referendum che la istituì. Nel dopoguerra il ponte di barche (nel punto della sua ultima collocazione) fu sostituito dalla passerella. Il nuovo ponte della Scafa, invece, fu inaugurato il 2 dicembre 1950, mentre la domenica successiva si posò la prima pietra per la costruzione dell'aeroporto Leonardo da Vinci.
La presenza di ponti sul canale di Fiumicino è nota fin dal
periodo romano. La città di Porto si espandeva da una parte all'altra del
canale ed è naturale che avesse dei ponti di collegamento tra le due sponde.
Tracce di uno di questi ponti si trovano nel punto in cui l'antica via
Flavia-Severiana giunge nei pressi dell'argine. Poco a valle del castello di
Porto, sulla sponda destra, si distingue la spalletta che sorreggeva il ponte;
al centro del canale, sotto il livello dell'acqua, si trova la base del
pilastro che sorreggeva le due campate. La fondazione dell'altra spalletta
rimane anch'essa sommersa essendo stato allargato l'alveo del fiume nel 1910.
Sull'argine sinistro un ampio basolato mostra
il punto dove iniziava la strada che conduceva ad Ostia. Gli scavi
condotti in zona dalla Soprintendenza Archeologica di Ostia a partire dal 1970
misero in luce una lastra marmorea impiegata come basamento di una sepoltura.
La lastra presenta delle iscrizioni su entrambe le facce, ed in entrambi i casi
si tratta di iscrizioni attinenti al ponte. Questa iscrizione ci è utile per
datare il più antico ponte che conosciamo sul canale di Fiumicino (ponte
ricostruito dopo un incendio, dedicato a Matidia, nipote di Traiano e suocera
di Adriano). Il ponte fu costruito durante l'impero di Onorio tra il 412 ed il
423 e dobbiamo immaginare che l'incendio che distrusse il precedente dovesse
riferirsi all'invasione gotica di Alarico che distrusse Porto nel 408.
Probabilmente il piano stradale era di legno, con due campate poggianti sul
pilastro centrale. L'altra iscrizione, sul rovescio della lastra, descrive una
ricostruzione o forse un restauro del ponte, verso la fine del V secolo o al
principio del VI. E' curioso notare che per la sua posizione, a monte del canale
di collegamento tra il fiume e il bacino portuale, questo fiume dovesse avere
la possibilità di aprirsi per consentire la navigazione. Il destino del ponte
di Matidia seguì sicuramente quello della città di porto, più volte invasa,
depredata e distrutta. In pieno rinascimento del ponte ci sono solo i resti e si
instaura il servizio di traghettamento tramite la "scafa",
particolare imbarcazione a fondo piatto (si trasportano anche i carretti).